L’intervista al Direttore, Fra Massimo Villa, e alla Responsabile dei Progetti Riabilitativi dell’Unità Forense, Vanda Braida.
Fra Massimo Villa, è nata di recente presso la struttura Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese da Lei diretta, l’Associazione “Dr Luigi Fiori – Fatebenefratelli per le nuove povertà“. Di cosa si tratta?
L’Associazione è nata il 25 settembre 2009 per rispondere alle esigenze suggerite dalla Provincia Lombardo-Veneta dei Fatebenefratelli, quando ha chiesto ad ogni sua struttura di guardare sia all’interno sia all’esterno della propria realtà, sul territorio in cui ogni Centro opera, per cogliere quali sono le povertà emergenti di oggi.
All’interno del nostro Presidio Ospedaliero Riabilitativo di San Maurizio Canavese accogliamo già persone che vivono situazioni di disagio. Mi riferisco, in particolare all’esperienza che facciamo nel campo della riabilitazione con le persone che vengono ricoverate nella Psichiatria Forense e che hanno problemi con la giustizia, insieme ad altri disagi.
Ci siamo preoccupati di garantire loro, una volta dimessi dalla nostra struttura, e una volta sciolti da ogni vincolo giudiziario, di ritornare sul territorio in una casa provvisoria che li aiuti ad inserirsi col tempo sia sotto l’aspetto lavorativo che abitativo, affinché possano mantenere quelle capacità che hanno acquisito durante il ricovero attraverso mirati progetti di reinserimento.
Questo il nucleo fondamentale su cui si poggia l’intuizione di far nascere questa Associazione, che non si occupa solo di questo, ma spazia su molte altri aspetti, quali ad esempio la formazione.
Ma tutto è sempre mirato a mettere al centro della nostra attività la persona che ha dei problemi, dei disagi, varie difficoltà o fatiche nel vivere la propria vita.
Chi sono i promotori di questa nuova Associazione?
Anzitutto è doveroso fare riferimento alla persone cui è intestata l’Associazione, Luigi Fiori, medico psichiatra che ha lavorato nel nostro Istituto per 40 anni e che, quando siamo stati invitati a lavorare per le “nuove povertà”, aveva iniziato a stendere questo progetto per le persone con disagio che già frequentavano i nostri ambienti.
E’ scomparso nel 2009 e da lì è nata l’idea di creare questa Associazione, cogliendo lo spirito che ispirava questo medico, che consisteva nel mettere al centro la persona con problemi psichiatrici o altri disagi, quali abuso di alcool e varie dipendenze, ambito di intervento del suo lavoro, cui era molto appassionato. Oggi circa 100 persone, tra cui i religiosi della comunità che operano in questa struttura Fatebenefratelli, alcuni nostri professionisti, come la Psicologa Vanda Braida e un gruppo di persone che sono in qualche modo legate a noi, come operatori o come volontari, animate dallo spirito del Fondatore San Giovanni di Dio e dalla passione per l’uomo, dedicano il loro tempo extra-lavorativo all’impegno in questa Associazione, dando il loro contributo in vario modo: prestando il loro tempo e il loro aiuto concreto come volontari, oppure offrendo delle donazioni.
Come si lega questa Onlus allo spirito dei Fatebenefratelli?
Questa realtà si lega allo spirito dei Fatebenefratelli anzitutto perché è nata nel cuore dei Fatebenefratelli: le persone promotrici di questa iniziativa, infatti, sono legate all’Ordine Ospedaliero, o come religiosi o come dipendenti, ed hanno assimilato molto lo spirito di San Giovanni di Dio; inoltre, quando ci è stato chiesto di lavorare per le “nuove povertà”, ci è stato chiesto di farlo come Fatebenefratelli. Tutto quello che noi facciamo lo facciamo secondo gli insegnamenti di San Giovanni di Dio, mettendo al centro di ogni nostra attenzione la dignità della persona. E ci sembrava bello che il nostro Fondatore potesse vivere sul territorio di San Maurizio Canavese, non solo attraverso il nostro Presidio ma anche attraverso questa Associazione che in modo disinteressato si prende cura dei “più poveri tra i poveri”, secondo l’esempio di San Giovanni di Dio: riteniamo, infatti, che le persone che vengono dall’esperienza del carcere, della dipendenza da alcol, della malattia mentale, siano tra le persone malate, quelle più povere.
Dott.ssa Vanda Braida, lei è tra i primi promotori di questa Associazione: in cosa consistono concretamente i progetti assistenziali che la Onlus si propone di sostenere?
Sempre più oggi ci troviamo ad affrontare le più svariate situazioni di disagio: problemi economici, sociali, malattie, emarginazione. La nostra Associazione è solo una “goccia nell’oceano”, per citare Madre Teresa, ma se tutti contribuiamo, è possibile raggiungere insieme degli obiettivi. In tal senso la nostra Associazione è aperta e collabora attivamente con altre associazioni del territorio e con altri servizi territoriali.
Tra le varie attività che portiamo avanti, vi è quella che riguarda l’Unità Forense del Presidio, nella quale lavoro: qui, una delle difficoltà più grandi consiste nel continuare a sostenere le persone che accogliamo anche dopo le dimissioni: almeno in Piemonte, è sempre più difficile per i servizi territoriali offrire supporto a queste persone attraverso borse-lavoro, o semplicemente dando loro la possibilità di crescere e uscire dai meandri giuridici. Per questo, la nostra Associazione ha pensato di offrire attraverso l’attività del “gruppo-appartamento”, una sistemazione abitativa temporanea sia alle persone che vengono dalla nostra Unità Forense, sia alle persone provenienti dal territorio, allo scopo di consolidare il percorso di reinserimento sociale di queste persone prive di risorse. Ciò è molto importante, in quanto si evita che queste persone rifiniscano nei meandri giuridici e soprattutto perché è frustrante aver raggiunto degli obiettivi senza avere la possibilità, successivamente, di mettere in pratica quello che si è faticosamente acquisito.
Un’altra attività che ci sta a cuore, è quella del Centro di Ascolto, che ha già dato risposte ad un numero elevato di richieste: abbiamo attivato un numero verde (800 98 52 36) per offrire un supporto multidisciplinare a persone in difficoltà; uno spazio dove queste persone possono esporre i loro problemi, e laddove possibile, aiutarle a risolverli o indicare loro il giusto percorso da seguire. Per questo abbiamo istituito una rete di professionisti, che operano in vari ambiti (medico, legale o altro), in grado di rispondere ai bisogni più impellenti di queste persone che spesso non sanno a chi rivolgersi o che tipo di indirizzo seguire per affrontare il loro problema.
Infine, come Associazione, portiamo avanti corsi formativi ed informativi per sensibilizzare il territorio su varie tematiche di tipo sociale e sanitario.
Chi più sostenere l’Associazione? E come?
Si può dare un contributo personale, mettendo a disposizione la propria professionalità e competenza o il proprio tempo per le attività dell’associazione, oppure mettendo a disposizione risorse lavorative, come nel caso del laboratorio di restauro attivato nella nostra Unità, oppure offrendo alle persone che accogliamo delle opportunità di lavoro che permettano loro di sostenersi. Naturalmente, i contributi economici sono ben accolti, in quanto danno un sostegno efficace ai nostri progetti. Per questo abbiamo dei riferimenti bancari che si possono scaricare dal nostro sito www.luigifiori.it